I cibi ultraprocessati che è meglio evitare secondo 30 anni di studi (2024)

«I cereali e il pane integrale sono anch'essi considerati alimenti ultraprocessati ma contengono vari nutrienti benefici come fibre, vitamine e minerali - ha infatti affermato il Professor Song. - Penso però che le persone dovrebbero cercare di evitare o limitare il consumo di alcuni alimenti ultraprocessati, come carne lavorata e bevande zuccherate artificialmente».

La ricerca, inoltre, ha sicuramente il merito di essere stata condotta in un arco di tempo molto ampio, tuttavia si tratta pur sempre di uno studio osservazionale. Questo significa che i ricercatori hanno messo in luce una correlazione tra il consumo di alimenti ultraprocessati e un aumentato rischio di morte prematura manon possono affermare che gli alimenti siano stati la causa della morte -ha sottolineato Peter Wilde, del Quadram Institute Bioscience nel Regno Unito.

Sarà quindi necessario esaminare maggiormente i componenti degli alimenti ultraprocessati che potrebbero avere effetti sulla salute – siano essiadditivi alimentari, emulsionanti o aromi – per consigliare a governi e istituzioni come procedere per regolamentarli - ha precisato anche il Professor Song.

Seguire una dieta sana conta di più

Infine, è importante sapere che i ricercatori hannoscoperto che il fattore più importante per ridurre il rischio di morte resta sempre la qualità della dieta complessiva di una persona.

«Se le persone seguono una dieta generalmente sana, non penso debbanoessere preoccupate o spaventate - ha detto Song. - Il modello alimentare adottato, nel suo insieme, è ancora il fattore predominante nel determinare gli effetti sulla salute».

Se si è preoccupati per gli additivi alimentari, è bene scegliere quei cibi che hanno bassi livelli di queste sostanze - ha affermato ancora Wilde - ed essere consapevoli del contenuto nutrizionale degli alimenti ultraprocessati che si sceglie di consumare.

Come spiega l'Istituto Superiore di Sanità, gli additivi alimentari sono sostanze utilizzate nell'industria alimentare durante la preparazione, l'immagazzinamento e la commercializzazione di prodotti destinati all'alimentazione. Svolgono determinate funzioni quali, ad esempio, colorare, dolcificare o conservare.

Il Regolamento (CE) n. 1333/2008 definisce additivo alimentare «qualsiasi sostanza abitualmente non consumata come alimento in sé e non utilizzata come ingrediente caratteristico di alimenti, con o senza valore nutritivo, la cui aggiunta intenzionale ad alimenti per uno scopo tecnologico nella fabbricazione, nella trasformazione, nella preparazione, nel trattamento, nell'imballaggio, nel trasporto o nel magazzinaggio degli stessi, abbia o possa presumibilmente avere per effetto che la sostanza o i suoi sottoprodotti diventino, direttamente o indirettamente, componenti di tali alimenti». Nell'Unione Europea tutti gli additivi alimentari sono identificati da un numero preceduto dalla lettera E e raggruppati a seconda della loro funzione. Gli additivi alimentari, quando presenti, devono sempre essere indicati tra gli ingredienti degli alimenti.

L'importanza di un consumo moderato

«Altrettanto importante - sottolinea ancora Wilde - è sapere che alcuni alimenti devono essere consumati in modo equilibrato. Il succo di frutta, per esempio, contiene vitamine, minerali e antiossidanti benefici se consumato con moderazione ma, in quantità eccessive, avrà alti livelli di zucchero che potrebbero annullarne i benefici».

Come riconoscere i cibi ultraprocessati?

Secondo gli esperti della Harvard Medical School, in generale, è facile individuare gli alimenti ultra-processati. Si tratta di quegli alimenti con lunghe liste di ingredienti, che si trovano facilmente sugli scaffali del supermercato e nei banchi dei surgelati. Il discorso si complica però nel caso di quegli alimenti ultra-processati che sembrano sani quando non lo sono.

Ciò è particolarmente vero per le versioni ultraprocessate di yogurt aromatizzati alla frutta, zuppe surgelate, barrette di cereali, succhi di frutta, cereali per la colazione, yogurt gelato, condimenti per insalate a basso contenuto di grassi, sostituti del burro e cracker.

Il consiglio? È quello di dare uno sguardo all'etichetta anche di questi prodotti: se si notano numerosi ingredienti, comprese sostanze chimiche e parole che non si conoscono, molto probabilmente si tratta di un cibo ultraprocessato che è meglio sostituire con un’alternativa meno elaborata, ovvero con un prodotto la cui etichetta riporti una la lista di ingredienti più contenuta.

Consigli preziosi arrivano anche da Chris van Tulleken, medico e divulgatore, autore del libro Cibi ultraprocessati. Come riconoscere ed evitare gli insospettabili nemici della nostra salute (appena uscito in Italia, edito da Vallardi). Nel volume l'autore spiega come i cibi ultraprocessati siano spesso alimenti insospettabili, accompagnati da etichette che ne sponsorizzano la genuinità, e fornisce le strategie per riconoscerli e per difendersi così dai danni che questo «cibo-non cibo» causa alla nostra salute.

I cibi ultraprocessati che è meglio evitare secondo 30 anni di studi (2024)

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